“All’inizio dovevo essere solo coordinatrice, poi sono diventata direttrice del progetto”. Racconta Youstina dall’Egitto, il Paese protagonista del progetto Io, Ambasciatore di Pace. Questo passaggio ha comportato qualche difficoltà: “C’erano tante cose che non sapevo e che non mi erano chiare. Ho attraversato momenti difficili. Avevo paura che le cose non sarebbero andate come dovevano. Non dormivo la notte. Mi sono domandata cosa avrei dovuto fare. La risposta era semplice: chiedere aiuto“.
Da qui è nata una squadra di lavoro che si è presa cura del progetto e che ha lavorato per promuovere e diffondere una cultura della Pace in Egitto: “Ci siamo sostenuti e incoraggiati gli uni con gli altri. Abbiamo organizzato tante iniziative coinvolgendo bambini, genitori e insegnanti. E tutto è andato bene, perché abbiamo vissuto questi momenti nella gioia e nella pace”.
É stato un percorso formativo non solo per bambini, genitori e insegnanti, ma anche per la stessa Youstina: “Ho imparato che devo aver più fiducia in me stessa.
Le relazioni umane instaurate grazie a Io, Ambasciatore di Pace sono più importanti dei numeri del progetto o dei documenti da compilare. Sono grata di aver vissuto questa esperienza“.
C’è una cosa, in particolare, che Youstina vorrebbe che rimanesse alla chiusura del progetto: “Vorrei che ognuno di noi decidesse come vivere questi valori nella vita e anche al lavoro”. Se parlare di pace a bambini, insegnanti e genitori è servito a seminare dialogo, comprensione, solidarietà, rispetto delle differenze, sostegno ai più vulnerabili nella complessa società egiziana, questo è stato possibile anche grazie a persone come Youstina.