La guerra in Ucraina ha imposto una riorganizzazione delle diverse strutture mediche e ne ha determinato, purtroppo, una grande carenza. Molte sono le comunità – piccole o grandi – che non possono più contare su ambulatori e ospedali, o che, pur avendoli, non riescono a far fronte alle nuove esigenze. Sono milioni gli sfollati che si sono spostati all’interno del Paese, spesso fermandosi in città che non sono in grado di fornire cure mediche a numeri così elevati di pazienti.
Nella sola regione di Vinnytsia (Ucraina centrale) ci sono più di 150 mila sfollati interni (i dati sono aggiornati a dicembre 2023). Si tratta per lo più di famiglie composte da generazioni diverse: genitori, nonni, figli; e non tutti hanno intenzione di tornare nelle proprie case una volta terminata la guerra. Questo aumentare della popolazione comporta evidenti difficoltà nell’assistenza sanitaria.
Spesso queste famiglie si sono fermate a vivere in posti lontani dalle città, o non hanno comunque la possibilità materiale di raggiungere i centri più grandi per fare una visita medica, o comprare medicine. Nelle zone più remote della regione di Vinnytsia anche chiamare un’ambulanza può non essere una cosa semplice.
È necessario dunque svolgere un lavoro di prevenzione delle malattie e, allo stesso tempo, creare le condizioni perché chiunque possa farsi visitare da un dottore se ne ha l’esigenza.
Con questo nuovo progetto in Ucraina l’AMU, assieme alla Caritas-Spes locale, fornisce la possibilità di un accesso regolare alla consulenza medica, sia in città che fuori. Alcune équipe mobili gireranno nei posti più sperduti della regione di Vinnytsia dove non esistono ambulatori. Ci saranno un dottore di famiglia, un ginecologo, un cardiologo, un oftalmologo e uno psicologo.
La diagnosi precoce, la prevenzione e il trattamento delle malattie sono essenziali per la popolazione. Gli interventi dell’AMU e della Caritas-Spes non rispondono solo a esigenze immediate di salute, ma costruiscono le basi per uno sviluppo della società ucraina che guardi oltre la fase dell’emergenza.