Dall’inizio della guerra in Ucraina, il centro per gli sfollati interni della Caritas Spes, nei Carpazi, ha accolto più di 20.000 persone, per la maggior parte donne e bambini. Qui, chi è stato costretto ad abbandonare la propria casa, trova un angolo di pace e calma, e ricomincia a pianificare il futuro. Qualcuno poi decide di andare all’estero, ma molti non vogliono lasciare l’Ucraina e aspettano che la situazione migliori nelle regioni che hanno abbandonato per poter farvi ritorno.
Tra gli ospiti, c’è un nutrito numero di adolescenti. Giovani appassionati, allegri, aperti al nuovo. Capaci di studiare a distanza pur di non perdere l’anno scolastico, capaci di trascorrere ore spensierate giocando a pallavolo o a ping pong. Per creare un sentimento di unione tra questi giovani, le suore del centro della Caritas Spes hanno creato un club per ragazzi tra i 12 e i 18 anni, dove questi possono svolgere diverse attività assieme: cucinare una pizza o guardare un film, giocare con giochi di società o seguire il catechismo. Lo scopo principale degli incontri organizzati per gli adolescenti del club è quello di dare spazio alla comunicazione e alla conoscenza dei fondamenti della fede, nonché di se stessi. È importante – soprattutto per i più piccoli – che venga loro garantita la partecipazione a una società attiva, simile a quella in cui vivevano quando erano nelle loro case, che facciano nuove esperienze, che instaurino nuove amicizie e che parlino tra di loro.
Lera, di 15 anni, proveniente da Zaporizhia, così descrive la sua vita al centro della Caritas Spes: “È un posto sicuro, divertente, bello, mia madre qui è tranquilla e non si preoccupa per me. Durante gli incontri dei giovani ascoltiamo storie diverse, giochiamo, mangiamo prelibatezze, viaggiamo in posti meravigliosi. Ci raccontano molte cose interessanti sulla religione e la fede. Io sono ortodossa e non ho intenzione di cambiare la mia religione. Ma è interessante ascoltare, molte informazioni sono state una rivelazione per me. Sono contenta che abbiamo un club. Aiuta a riunire le persone e a fare amicizia”. Anche a Veronica, una ragazzina di 11 anni, piace questa idea del club: “Mi piace partecipare alle riunioni del club, comunicare, passare il tempo con miei coetanei. Mi piace il Centro, non voglio andare a casa”.
Dello stesso parere è Nastya, 13 anni: “Non voglio andare a casa. Credo che ci torneremo un giorno, ma non lo voglio ora. Mi piace passeggiare qui, incontrare persone, giocare, fare nuove amicizie. Se non ci fosse il club, le serate sarebbero più tristi”.
(Il testo è una sintesi dell’articolo apparso sul sito della Caritas-Spes da cui sono tratte anche le fotografie)