La diga che è stata fatta saltare in aria la notte del 6 giugno ha riversato tonnellate di acqua nella valle: un bacino idrico che conteneva circa 18 milioni di metri cubi d’acqua e che ha inondato un’area con 32 insediamenti nella regione di Kherson, dove vivono più di 42.000 persone. La situazione è resa particolarmente difficile a causa dei continui bombardamenti che complicano notevolmente gli sforzi di salvataggio.
Secondo varie stime, 16.000 persone a rischio hanno bisogno di assistenza per l’evacuazione o di supporto sul posto.
Caritas-Spes, con cui collabora il coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari, AMU, AFN, è impegnata nel soccorrere le persone colpite dal crollo della diga, e ha lanciato un appello in giugno cui anche noi abbiamo aderito orientando proprio a loro una parte dell’azione di risposta all’emergenza ucraina.
Finora 150 famiglie (309 persone) hanno potuto ricevere assistenza. Sono persone che che si trovano in una situazione finanziaria molto difficile, che hanno perso fonti di reddito.
Tra i beneficiari: 52 famiglie hanno al loro interno anziani; 22 persone sono disabili; 12 persone sono donne incinte o che allattano con bambini fino a 2 anni; 11 persone sono persone affette da malattie gravi e 7 famiglie sono composte da genitori single.
L’assistenza che sarà loro offerta consentirà di soddisfare le esigenze più urgenti.