A più di tre anni dall’inizio della guerra, la situazione in Ucraina è estremamente difficile. Ci sono sofferenza, paura, morte, c’è un conflitto che non si arresta, e ci sono le vite calpestate delle persone.
Nella città e nella regione di Kharkiv, l’AMU e la Caritas-Spes Ucraina continuano a garantire assistenza sanitaria a tutti colore che altrimenti non avrebbero possibilità di accedere alle cure: migliaia sono gli sfollati interni che si sono stabiliti in questa zona e che vivono in condizioni precarie, senza sapere a chi rivolgersi in caso di necessità.
La squadra mobile composta da medici e infermieri – che l’AMU sostiene con l’azione Emergenza Ucraina – effettua continue visite a domicilio, tutti i giorni della settimana, trovandosi spesso di fronte a persone anziane e vulnerabili, scappate da città dove era diventato insostenibile vivere, e ora sono spaesate, sole, spaventate. Nell’attesa di poter tornare a una normalità.
Quando il team di medici è arrivato a casa di Alla, una donna anziana di 85 anni, ha scoperto che nell’appartamento vivono in tre: con lei ci sono altre due donne, la sorella nata nel 1939, e la figlia nata nel 1959. Tutte e tre sfollate dalla città di Toretsk, nell’Ucraina orientale.
Hanno dovuto abbandonare la loro casa
Le tre donne sono venute via dalle loro abitazioni con i soli vestiti che indossavano.
Non hanno potuto portare con sé nient’altro, nemmeno i beni più essenziali. Hanno perso ogni cosa: la casa, certo, ma anche tutti quegli oggetti che simboleggiano ricordi, calore, conforto.
Una volta arrivate a Kharkiv, qui si sono trovate completamente sole, in balia di un presente senza più ancore di salvataggio. Mettendo insieme le loro pensioni – che lo Stato ha ridotto a causa della guerra – sono riuscite ad affittare l’appartamento dove adesso alloggiano.
Ma hanno problemi di salute.
Le conseguenze della guerra in Ucraina sulla salute delle donne
Il medico che le ha visitate non le ha trovate in buone condizioni.
Alla soffre di demenza e di un disturbo mentale legato alla perdita della sua casa e alla devastazione della sua quotidianità. La sorella Svitlana, invece, è affetta da un disturbo da stress post-traumatico che ha contribuito allo sviluppo di una grave forma di psoriasi.
Sono stati loro distribuiti farmaci e articoli per l’igiene personale. Ed è intervenuto anche un sostegno psicologico, indispensabile nell’affrontare i traumi della guerra.
Per queste donne, l’assistenza ricevuta non è stata solo un “semplice” aiuto materiale: quello di cui avevano bisogno era soprattutto non sentirsi abbandonate nel loro dolore. Anche nei momenti più bui, la speranza può rinascere.