Abdul è un bambino siriano che soffre di una grave perdita dell’udito. Fino all’età di tre anni la mamma non sapeva come aiutarlo: “Ero senza speranza, disperata e distrutta”.
Quando lo ha accompagnato per la prima volta al centro EHIS di Aleppo era solo per un incontro di prova. Questa struttura, sostenuta dal progetto Semi di speranza, è una scuola per bambini e giovani audiolesi, in cui i ragazzi vengono seguiti sia sul piano psicologico che su quello dell’apprendimento.
Quando Abdul e la sua mamma stavano uscendo dalla scuola per andare a casa è suonata la campanella del centro. La donna si è fermata, ha esitato: “Sono rimasta quasi scioccata. Mi sono chiesta perché questa campana qui dentro. Ho provato una sensazione molto strana”. In quel momento il cortile della scuola si è riempito di bambini gioiosi: “Mi ha invaso come un’ondata di speranza”. Abdul è stato ammesso al centro EHIS, e da lì è iniziata una nuova prospettiva di vita per madre e figlio.
“Le sue condizioni sono migliorate e tanto. Prima non riuscivo a capire quello che diceva. E lui stesso aveva enormi difficoltà: non sentiva, non parlava, non capiva. Non sapeva pronunciare alcuna parola. Onestamente, non immaginavo che un giorno mio figlio sarebbe stato in grado di chiamarmi “mamma”, di chiamare suo padre, o di chiedere semplicemente l’acqua da bere”. E invece Abdul ha compiuto enormi progressi nella sua capacità di comunicare, guidato dalla professionalità e dalla cura con le quale insegnanti e psicologi del centro EHIS svolgono il loro delicatissimo lavoro. Sua madre ha ricevuto in dono qualcosa che prima non aveva: l’ottimismo.
“Sono molto orgogliosa di mio figlio e sento che potrà migliorare sempre di più. Spero che tutti i bambini del mondo che soffrono di problemi di udito diventino fonte di speranza e di ottimismo per il loro Paese e per i loro insegnanti”.