Jamila ha 77 anni, è malata di cancro e vive a Homs in una piccola abitazione sul tetto di un palazzo fatiscente. La sua è una situazione di estrema fragilità che si è aggravata da quando è scoppiato il conflitto in Siria.
Scoperta la sua malattia, Jamila, era molto spaventata: non sapeva se sarebbe riuscita a procurarsi i medicinali che le servivano. La sua condizione di salute era già aggravata da altri disturbi legati al diabete, al cuore e alla pressione (elementi che hanno indotto il suo medico a optare per una terapia ormonale e non per la chemioterapia). Inoltre, alcuni dolori articolari le limitano l’autonomia, in quanto per accedere al suo piccolo appartamento deve affrontare delle scale molto ripide.
In questa situazione, l’unico conforto sono la sorella e il cognato che vivono in un’altra città e che ospitano Jamila in alcuni periodi particolarmente difficili.
Quando Jamila ha saputo del centro sanitario di Homs gestito dal programma “Semi di Speranza” in Siria, è andata a conoscere gli operatori e ha raccontato loro delle sue sofferenze, delle difficoltà a reperire i medicinali e della situazione abitativa.
Da quel momento è iniziato il percorso di accompagnamento per aiutarla a comprare i suoi farmaci, a eseguire i test e gli esami radiologici necessari per la sua terapia.
Oggi, la salute di Jamila è stabile, di tanto in tanto accusa ancora alcuni sintomi, soffre di difficoltà di movimento e deambulazione, ma può contare sul sostegno e la cura degli operatori del centro di Homs che l’hanno accolta e hanno compreso le sue difficoltà. Oltre a un aiuto materiale, infatti Jamila ha trovato un supporto psicologico e un affetto che le fanno pensare di poter ancora resistere, nonostante le difficoltà.