Il negozio di famiglia va in crisi
Bashar ha ereditato il suo negozio di alimentari dal padre, nella città di Baniyas in Siria. Il legame con questa attività non è dunque un fattore puramente economico, è anche una questione di memoria familiare. Sono molti gli anni che l’uomo ha trascorso seduto tra i prodotti da vendere, e molte le crisi siriane che ha visto passare davanti ai suoi occhi.
C’è stato, però, un momento in cui il negozio proprio non andava, pochi i clienti in grado di acquistrare qualcosa, e di conseguenza pochissima la merce sugli scaffali perché non aveva più ricavi da investire: “Ho provato di tutto per tenerlo in piedi – racconta Bashar – ma non ce la facevo”.
Stava perdendo la speranza, e non aveva nemmeno più la forza di aprire quella porta tutti i giorni. Spesso rimaneva a casa.
Il cambio di direzione a Baniyas
Quando Bashar racconta la sua storia è seduto all’interno del suo negozio in un quartiere di Baniyas, gli scaffali sono pieni di prodotti alimentari in attesa di essere venduti. C’è stato dunque un momento in cui qualcosa è cambiato. Cosa? È lui stesso a rispondere: “RestarT ha invertito la rotta. Mi ha dato il sostegno per rafforzare la mia attività e a me è tornata la voglia di lavorare”.
Bashar, infatti, è diventato uno dei protagonisti del programma RestarT, con il quale l’AMU in Siria sostiene le piccole attività imprenditoriali o commerciali. RestarT ha aiutato l’uomo ad acquistare la merce da vendere e da allora anche il sorriso è riemerso sul volto del proprietario dell’attività, che si è buttato a capofitto in questa rinascita professionale: “Il negozio è diventata la mia ossessione, adesso posso contare su un reddito, una parte del quale la utilizzo per riempire continuamente gli scaffali e diversificare la merce, così il cliente sa che da me può trovare qualsiasi cosa: questo è considerato il mio punto di forza”.
Avanti, nonostante le difficoltà
Le difficoltà certo non mancano qui a Baniyas, ma lo spirito con cui Bashar le affronta non è più quello di prima.
La mancanza di corrente elettrica è un ostacolo contro il quale tutti in Siria sono costretti a fare i conti: “Per ovviare a questo problema, in futuro vorrei utilizzare l’energia solare per far funzionare i frigoriferi. Sono sicuro che questo avrà un impatto positivo anche sul reddito”.
Senza scordare la reciprocità
Con il reddito che va decisamente meglio e il negozio che ha ripreso vita, Bashar non vuole lasciare indietro nessuno a Baniyas.
È grato d’aver ricevuto il sostegno di RestarT, senza il quale forse l’attività ereditata dal padre sarebbe andata persa: “Sono felice, ma adesso a mia volta cerco di aiutare il più possibile chiunque io conosca che abbia bisogno di aiuto”. Come lo fa? “Se c’è una famiglia la cui situazione economica non è buona, faccio pagare solo il prezzo di costo del prodotto, non mi importa del guadagno”.