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Si è concluso il progetto “R.A.I.S.E. extra” Alternative Response for Social Integration and Entrepreneurship che ha accompagnato le famiglie più vulnerabili durante la crisi da Covid19 in Portogallo.
Con la Pandemia la crisi che colpiva le famiglie in Portogallo si è acuita, per questo motivo il progetto R.A.I.S.E. extra si è concentrato sulle necessità emergenti in questa situazione.
Con il “Servizio sociale di comunità” abbiamo cercato di rispondere all’aumento della fragilità economica e sociale, per garantire ai soggetti più vulnerabili l’accesso ai beni essenziali come alimenti, medicine, acqua, prodotti specifici per l’infanzia e per gli anziani. In alcuni casi si è intervenuto anche sostenendo il pagamento di alcune spese urgenti ed essenziali, come quelle di affitto, perché nessuno fosse costretto a lasciare la propria abitazione e abbiamo fornito agli studenti il materiale necessario per continuare a proseguire i propri studi a distanza.
Il lavoro di accompagnamento si è articolato anche nel supporto tecnico e burocratico per aiutare le famiglie nella richiesta di sussidi o aiuti previsti dallo Stato.
In una situazione di difficoltà, che ha acuito le distanze tra classi sociali differenti, abbiamo lavorato costantemente per creare un ponte tra chi aveva più bisogno e chi aveva disponibilità di mezzi per aiutare.
Il bazar della solidarietà nasce proprio da questo intento: si è garantito l’accesso a vestiti e beni necessari alle famiglie in situazioni di debolezza economica grazie alle donazioni in beni e denaro di chi ha più capacità economiche. Questo circolo di solidarietà è stato fondamentale in questo periodo.
Con il Servizio sociale di comunità abbiamo
- Sostenuto 99 famiglie
- Accompagnato 249 persone
- Distribuito 90 cesti alimentari, insieme alla Cáritas de Abrigada
- Fornito materiali per l’accesso all’istruzione
- Supportato i protagonisti nel pagamento di farmaci, cure mediche e delle utenze base
Uno degli aspetti che ha caratterizzato l’azione di R.A.I.S.E. extra è stato il sostegno per l’inclusione di 24 migranti. Oltre ad alimenti e beni di prima necessità, abbiamo accompagnato chi avesse bisogno di regolarizzare la propria situazione documentale. Inoltre, in collaborazione con Cáritas de Abrigada, abbiamo identificato una casa ad Abrigada che, debitamente adeguata, potrà diventare una risposta alla necessità di alloggi ad affitto controllato per i rifugiati, promuovendone una maggiore inclusione e autonomia.
Le situazioni che abbiamo dovuto affrontare erano diverse, qualcuno ci ha detto che: “Ero molto imbarazzato a chiedere aiuto, ma la fiducia che mi avrebbero trasmesso mi ha fatto credere che non ero solo… e non lo sono. Grazie di tutto”. Altri ci hanno incontrato proprio quando avevano perso le speranze: “Grazie di tutto, grazie a voi non ho avuto fame, ho trovato una casa e un lavoro. Ora avrò condizioni migliori per avere il mio bambino”.
Affrontare i bisogni che si moltiplicavano proprio durante la Pandemia non è stato semplice, ma ogni sforzo e tutto l’impegno profuso per cercare di non lasciare indietro nessuno è sempre stato ripagato con la gratitudine e con la consapevolezza di aver innescato un circolo di reciprocità che porterà le persone accompagnate oggi a essere riferimento e sostegno per chi vivrà nelle difficoltà domani: “Voglio ringraziare l’AMU per tutto l’aiuto che mi hanno dato in questo periodo. Con il vostro sostegno sono riuscito a pagare gli arretrati dell’affitto della mia casa e sto già lavorando. Quando ne avrò l’opportunità, voglio essere un volontario qui ed essere in grado di aiutare altre persone bisognose, come ero io”.
Il progetto R.A.I.S.E. extra si è concluso ed è stato finanziato con i contributi di EDC – Economia di Comunione.
Per supportare gli altri progetti AMU accanto alle comunità più vulnerabili
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