Quando una macchina per cucire cambia una vita

A Baniyas, in Siria, Ghinwa ha ricominciato a lavorare come sarta ritrovando felicità e orgoglio grazie a RestarT

Ghinwa aveva una macchina per cucire ma era troppo vecchia e inadatta a volerla utilizzare per lavorare come sarta. Era stato il suo mestiere un tempo a Baniyas (Siria) e ora avrebbe desiderato tornare alla professione per la quale aveva una grande passione, “volevo riprendere a cucire, così ho venduto la vecchia macchina e ho cercato per molto tempo di ottenere un prestito per acquistarne una nuova e ricominciare da capo, ma senza risultati”.

L’incontro con RestarT

Restart (Siria): la storia di GhinwaHa sentito parlare del programma RestarT per caso e si è subito candidata per diventarne parte: era l’occasione che aspettava.

Quando le è arrivato il responso positivo – che sì, sarebbe diventata uno dei beneficiari del progetto – era contentissima: “Da quel momento la mia vita è cambiata radicalmente e in meglio. Ho sentito di avere una motivazione forte per andare avanti”.

RestarT ha fornito alla donna la nuova macchina per cucire e tutto il necessario perché tornasse a fare la sarta, come desiderava.

La creatività ritrovata

“L’inizio è stato un po’ difficile, ma con il tempo ho fatto esperienza, migliorando di continuo, racconta ora con entusiasmo Ghinwa. In una prima fase si è limitata a piccole riparazioni di abiti, poi è emerso il suo talento e ha cominciato a creare essa stessa nuovi abiti alla moda: “Tutto ciò che facevo riscuoteva successo, sia le creazioni e che le riparazioni. C’era anche la parte del riciclo: sfruttavo i miei tempi morti e quando non avevo nulla da fare creavo borse con le rimanenze dei tessuti. Ero rimasta lontana dalla sartoria per molto tempo, ma ora sono felice e orgogliosa di me stessa”.

La reciprocità come contributo alla comunità

Restart (Siria): la storia di GhinwaI beneficiari di RestarT che ricevono beni strumentali e tutto il necessario per avviare la propria attività restituiscono il 50% di quanto ricevuto in denaro e il restante sotto forma di beni e servizi, che si impegnano a offrire alla comunità: è la clausola di reciprocità, elemento fondamentale del progetto. A questa “regola” Ghinwa ha aderito con convinzione.

Se le persone che si rivolgono a Ghinwa si trovano in difficili condizioni economiche, la donna si mette al lavoro con la sua macchina per cucire senza chiedere nulla in cambio, “anzi, se posso, dono loro anche qualche stoffa”.

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