Aiutiamo 116 famiglie siriane a soddisfare i propri bisogni essenziali, affiancandole nella gestione e nell’implementazione di attività generatrici di reddito.
La crisi siriana ha avuto inizio il 15 marzo 2011; da questa data sono seguiti anni di guerra che hanno martoriato il Paese, portando con sé gravi ripercussioni psicologiche, economiche e sociali. Senza prospettive di ricostruzione o di ripresa economica le famiglie hanno visto peggiorare le loro condizioni: si stima che il 90% della popolazione viva al di sotto della soglia di povertà.
In questo contesto nasce l’idea di avviare un progetto che crei opportunità lavorative adeguate all’attuale mercato siriano e in grado di garantire un reddito minimo alle persone, aiutandoli così in modo concreto a restare nel Paese.
Il progetto RestarT (Ripartire per Restare) è rivolto a chi ha esperienza nel campo delle attività produttive e/o commerciali, ma ha perso tutto durante la guerra e ora è disoccupato. In questo modo, chi ha un progetto avrà un sostegno per realizzarlo, migliorare le sue condizioni economiche e contribuire alla ricostruzione del Paese dopo la guerra.
I beneficiari ricevono beni strumentali e tutto il necessario per avviare la propria attività; dopo l’iter di formazione e verifica, restituiscono il 50% di quanto ricevuto in denaro e il restante sotto forma di beni e servizi, che gli stessi si impegnano a offrire alla comunità. Ciascuno può, ad esempio, offrire un posto di lavoro, o corsi di formazione nel proprio ambito, in modo da aiutare chi ne ha bisogno a far partire o migliorare la propria attività.
In tre anni abbiamo avviato 83 progetti micro-imprenditoriali in tre città diverse (Homs, Aleppo e Banias) e da giugno 2024 sono partiti 33 nuovi progetti nella città di Homs. Il successo di RestarT si deve in particolare all’accompagnamento bisettimanale realizzato dalle squadre locali per ogni singolo progetto, attraverso il quale viene offerto supporto tecnico in campo imprenditoriale e supporto psicosociale.
Realizzato con il contributo EdC – Economia di Comunione.