L’esplosione che si è verificata al porto di Beirut ha colto tutti di sorpresa. In un attimo i muri delle case hanno tremato, le porte e le finestre sono state divelte e schegge di vetro e pezzi dei mobili sono stati scaraventati ovunque. La paura di quel momento è indescrivibile.
La tragedia ha sconvolto una città e un Paese che già stavano attraversando una importante crisi economica. Il Paese sembra essere entrato in una “modalità di sopravvivenza”, dove ognuno deve riuscire a pensare a sé o alla propria famiglia, perdendo man mano il senso della comunità.
Ripristinare le case e assicurare condizioni di vita dignitose sono stai i nostri impegni immediati. Oggi il progetto di assistenza in Libano, oltre ad assicurare beni di prima necessità, assicura anche supporto e sostegno per accompagnare ciascuno a ricostruire la fiducia in sé stesso e nella comunità, cercando di trasmettere la sensazione di non essere rimasti soli.
Attualmente la crisi libanese continua ad aggravarsi, aumentano le situazioni di vulnerabilità e povertà della popolazione. Il cambio del dollaro continua a essere incontrollato e questo incide molto in un Paese in cui molti dei prodotti necessari nella vita quotidiana sono importati, dal cibo ai medicinali, al carburante. Beni che ormai scarseggiano e hanno raggiunto prezzi esorbitanti.
Per questo motivo, grazie ai contributi già raccolti, il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari dopo gli interventi iniziali continua la sua azione a sostegno delle famiglie. Ogni due mesi si distribuiscono pacchi alimentari e per l’igiene a circa 900 famiglie; si sostengono circa 50 famiglie con un percorso psicologico e sono stati acquistati e consegnati kit scolastici per 250 alunni della scuola delle Suore Francescane di Adone.