Tammam è una giovane ragazza di 23 anni che vive nel villaggio di Al-Aliyat, a sudest di Homs. Proviene da una famiglia povera, suo padre lavora nei campi. Per lei la vita non è stata semplice.
Nel 2018 le era stata diagnosticata un’insufficienza renale cronica, che l’ha costretta ad affrontare un trattamento di cure lungo ed estenuante dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e finanziario. La malattia le ha cambiato la vita: è lei stessa ad ammetterlo. Stava studiando per conseguire il diploma di scuola media secondaria, quando è arrivata questa svolta improvvisa nella sua quotidianità e per un anno ha dovuto lasciare tutto in sospeso.
La dialisi la costringeva ad andare due volte a settimana a Homs. Uno spostamento di certo non facile nella Siria di oggi, che comportava oltretutto “peso” economico che gravava fortemente sulle poche entrate della sua famiglia. Già anni prima avevano dovuto fronteggiare una situazione analoga, quando la sorella di Tammam aveva sofferto della medesimi insufficienza renale. Ma era stata poi sottoposta a un trapianto di rene, che da allora le permette di vivere una vita normale.
Purtroppo, le condizioni della società siriana non sono più quelle di un tempo e ne fa le spese chi, come Tammam, dovrebbe curarsi e non può: il costo delle medicine è altissimo, così come il costo degli spostamenti da una città all’altra.
Tammam aveva bisogno di aiuto, per questo si è rivolta a centro di Semi di Speranza di Homs, dove ha trovato un sostegno economico per continuare a curarsi ma anche un clima familiare che le ha dato sicurezza e fiducia nel futuro. Finché è arrivata la grande opportunità anche per lei: l’operazione per il trapianto del rene, che ha affrontato con grande coraggio.
Dopo l’intervento chirurgico Tammam sa che nuove porte di speranza si sono aperte nella sua vita. Ha ripreso gli studi all’università, ora è all’ultimo anno e va avanti con la fiducia di poter realizzare i suoi sogni: insegnare e costruirsi una famiglia. Dicono di lei gli operatori di Semi di Speranza: “Quello che ci ha colpito la prima volta che Tammam è venuta a trovarci è stato il suo sorriso, nonostante tutto il dolore e tutta la fatica causati dal trattamento per la dialisi”.