La prossimità come moltiplicatore di speranza

Un appello di prossimità del nostro Presidente, che ci porta a riflettere sulla speranza per la Siria in questo nuovo drammatico scenario geopolitico.

“La prossimità è più della vicinanza e della solidarietà, perché è una ricerca personale di speranza”

è una citazione che ho sentito recentemente e che mi ha subito richiamato alla mente quanto sta avvenendo in tutto il Medio Oriente, in particolare nella Siria di questi giorni. Coloro che seguono le numerose attività sostenute dall’AMU e dal Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari in Siria da oltre 12 anni, certamente conoscono la nostra controparte: l’ufficio Semi di Speranza. Con loro avevamo già lanciato da alcuni anni il progetto RestarT che già nel nome (ripartire con azioni di piccola imprenditoria, per restare nel proprio Paese e contribuire al suo rilancio economico e sociale) richiama la Speranza.

Ma c’è speranza per la Siria? Ho appena concluso un profondo ascolto di un caro amico siriano, attanagliato da una angoscia che non si può descrivere, dove la speranza è morta. Anche altre personalità con le quali nelle settimane scorse ci siamo incontrati, hanno espresso lo stesso concetto: per la Siria la speranza è morta!

Cosa possiamo fare noi, qui in Italia, in Europa?

Vorrei poter offrire come prima e più importante cosa la mia e nostra prossimità, continuare a percorrere il cammino della ricerca condivisa della Speranza, come ci insegna la citazione in apertura.

Vorrei poter offrire la nostra umile e flebile voce per richiamare alla propria coscienza coloro che nelle nostre istituzioni, alla guida delle quali dovrebbero rappresentarci e curare il Bene Comune (e quindi anche la pace e la fraternità tra popoli e nazioni), decidono sulle relazioni politiche ed economiche dei nostri Stati e dell’intera Unione Europea, invitandoli a guardare alla gente comune che ha pagato un prezzo altissimo in conseguenza della guerra e delle sanzioni, e che ora vive nel terrore dell’anarchia e della violenza incontrollata.

Vorrei poter offrire la mia voce alle tantissime persone che possono testimoniare le loro storie di eroismo e solidarietà vissute andando contro corrente tra le macerie materiali e morali che 12 anni di guerra hanno seminato in tutto il Paese.

Vorrei poter raccogliere le lacrime di coloro che hanno perso persone care, degli innocenti che hanno subito abusi e privazione della libertà e della dignità, degli orfani e dei giovani ai quali è stato negato il diritto ad un futuro nel quale mettersi in gioco con i propri talenti e sogni per il bene delle loro famiglie, comunità, della propria Nazione.

Vorrei poter offrire aiuti materiali adeguati per affrontare un nuovo inverno per chi vive in condizioni di privazione, cure mediche ai malati che già prima dovevano affrontare situazioni difficilissime per le proprie cure e che ora le vedono totalmente compromesse, acqua e cibo e servizi essenziali (elettricità, connessione internet) ai milioni di cittadini che ne sono privati.

Insieme possiamo offrire Speranza ai nostri amici siriani, possiamo sperare per e con loro: rimettiamoci tutti in gioco e portiamo nelle nostre coscienze l’impegno struggente per realizzare qui e oggi il sogno del Mondo Unito.

Grottaferrata, 06/12/2024
Stefano Comazzi

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