La scuola in Siria rimane una delle emergenze del Paese. Bambini e ragazzi siriani sono tra i più colpiti da un conflitto che si protrae da più di dieci anni, cui si è aggiunta, dal 2020, l’emergenza sanitaria per l’epidemia di Covid. Il tutto aggravato da una profonda crisi economica. A bambini e ragazzi viene spesso negato il diritto allo studio e la conseguente possibilità di progettare il proprio futuro. I vecchi edifici scolastici sono diventati in gran parte rifugi per gli sfollati e le scuole pubbliche che rimangono aperte sono sovraffollate e gestite dai pochi insegnanti che non sono fuggiti all’estero.
Andare a scuola, in queste condizioni, è un atto di resilienza. Per sostenere il quale, l’AMU ha messo in campo progetti mirati ad accompagnare in questo tortuoso percorso studenti e studentesse delle città di Homs, Damasco e Aleppo. Il programma Emergenza Siria Semi di Speranza ha proprio questa missione: sostenere l’oggi per progettare il domani.
La scuola per bambini sordi EHIS di Aleppo
I bambini audiolesi hanno difficoltà a inserirsi nelle scuole del Paese. Per non negare loro il diritto allo studio, l’AMU sostiene il centro EHIS. Qui insegnanti e assistenti accolgono i giovani studenti sordi trasformando il centro in una seconda casa per tutti, nella quale ciascuno impara qualcosa dall’altro, che sia ragazzo o adulto. Cercando di seguire il percorso curriculare statale, anche piccoli miglioramenti del linguaggio o della comprensione sono in realtà grandi soddisfazioni per gli alunni e le alunne.
Farah, una bambina di 10 anni, che è stata seguita in un percorso di riabilitazione verbale e dell’udito, ha riacquistato soprattutto il sorriso e la serenità, come testimonia la mamma: “Prima mia figlia era molto triste, e non amava andare a scuola. Adesso invece è più serena. Negli esami di metà semestre Farah ha risposto alla maggior parte delle domande. Il miglioramento è evidente”.
Il doposcuola di Homs e di Damasco
Il doposcuola di Homs è frequentato da bambini delle scuole elementari e medie, quello di Damasco da ragazzi delle medie e delle superiori. È grazie a quest’ultimo che in molti riescono poi ad accedere all’Università: perché gli alunni possono seguire corsi in diverse materie così da rinforzare la loro preparazione specifica. Ed è una gioia vedere questi ragazzi, tutti insieme, che si impegnano con sacrificio per guadagnarsi il diritto di scegliere quale mestiere svolgere da adulti. Il doposcuola diventa comunità e l’entusiasmo si fa contagioso.
Julie, una di loro, racconta: “Prima andavo in una scuola pubblica, eravamo davvero tanti in classe, per quanto il professore cercasse di spiegare la lezione, non riusciva. Ho deciso di iscrivermi a tutte le sessioni del doposcuola e ne ho beneficiato molto”. Ha imparato a studiare e a organizzare il lavoro. “Gli insegnanti si sono davvero donati, eravamo felici e abbiamo partecipato sempre alle loro lezioni”.