Kebba ha molti talenti. Con la matita tratteggia velocemente le linee sul bianco fino a creare bellissimi disegni. Qualche volta lo fa anche sulle pareti del centro di Vittoria, in Sicilia, dove ora lavora. Ed è molto bravo a svolgere il suo mestiere di mediatore interculturale. Un lavoro che gli piace: “La fiducia che mi hanno dato è una possibilità veramente grande, e io non voglio fare male. La cosa più bella, quando entro in comunità, è sentire le voci dei ragazzi. Se c’è qualcosa che non va, se noto qualcosa sulla faccia di qualcuno, mi butto subito per cercare di capire”.
Kebba viene dal Gambia, si è lasciato alle spalle la povertà per intraprendere una strada nuova che gli potesse far incontrare un futuro diverso. Con il lavoro, in Italia, ci sta riuscendo.
La storia di Kebba è una delle tante che si intrecciano nel Programma nazionale Fare Sistema Oltre l’Accoglienza, che dal 2016 favorisce l’inserimento sociale e lavorativo di persone vulnerabili, italiane e straniere, tramite una rete di attori locali costituita da aziende, famiglie, associazioni e operatori impegnati nei percorsi di inclusione. Perchè l’inclusione abbia successo è importante che questa rete si rafforzi sempre più.
All’interno di questo programma nazionale è stato avviato un progetto dal nome omonimo – Fare Sistema Oltre l’Accoglienza – finanziato da Fondazione con il Sud, con l’obiettivo di promuovere percorsi di inclusione lavorativa per i giovani migranti in tre regioni: Puglia, Calabria e Sicilia.
Nel video le storie dei ragazzi protagonisti di Fare Sistema Oltre l’Accoglienza