Il lavoro come base di ri-partenza – Siria

Crediamo che il lavoro possa essere strumento per combattere le difficoltà non solo economiche, ma anche sociali e psicologiche.  Come sta accadendo in Siria con il progetto RestarT.

Nella Siria martoriata da anni di guerra e da una gravissima crisi economica, l’AMU ha scelto di investire sulla forza della comunità siriana ripartendo dal lavoro, con un progetto – RestarT (Ripartire per Restare) – che mira a sostenere chi ha già competenze ed esperienze nei diversi campi delle attività produttive o commerciali, così da accompagnare la ricostruzione del Paese. 

Nella città di Homs, nella Siria orientale, la terza città per grandezza dell’intero Paese, l’AMU segue un nucleo consistente di progetti, con un sostegno che non passa attraverso l’erogazione diretta di danaro, ma attraverso la consegna di beni strumentali necessari per svolgere le piccole attività produttive individuate sul territorio: e sono storie – nomi, volti, speranze, fatiche – di chi per esempio ha riaperto un negozio di macelleria, di chi si è messo a far la cioccolata, di chi cura le unghie. Insomma, le piccole storie quotidiane di normalità che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi mesi.

Khansa, una donna di 39 anni, che dopo aver perso il marito in guerra si è trovata a essere l’unica fonte di sostentamento per i suoi quattro figli, aveva iniziato a lavorare in un laboratorio di cucito, cosa che le imponeva di trascorrere molte ore al giorno lontano da casa impedendole di prendersi cura di una figlia affetta da ipossia. Con gli strumenti che le sono stati forniti da RestarT ha potuto iniziare a lavorare da casa. 

Jamil è un giovane siriano di 22 anni, laureato, aveva ereditato dal padre una macelleria, ma non era in grado di sostenerla economicamente: RestarT gli ha fornito un frigorifero e un generatore di corrente, così da poter continuare a tenere aperta la sua attività.  Juliana è bravissima con il trucco e le unghie, ha trent’anni e tira su da sola un figlio dodicenne; in un locale di Homs che le è stato lasciato da un suo parente, la giovane ha aperto un piccolo centro estetico, per il quale RestarT le ha fornito sedie per il trucco, macchinari per la pulizia del viso, una lampada per l’essiccazione del gel per le unghie. Tutti strumenti indispensabili per la sua nuova attività. 

Saeed, di ventun anni: per pagarsi gli studi di informatica ha iniziato a riparare accessori per cellulari, forte della sua passione. Il team di RestarT ha esaminato la sua richiesta e lo ha dotato di un kit di piccoli strumenti utili per la sua attività. Il ragazzo ha anche creato una pagina Facebook per farsi pubblicità, e il lavoro non gli manca. 

Queste sono solo alcune delle storie di RestarT, progetto che ha coinvolto 30 persone a Homs, in Siria, fornendo loro strumenti ed equipaggiamenti necessari per riavviare le attività lavorative. Proprio grazie al lavoro i protagonisti non saranno costretti a lasciare la Siria, ma potranno contribuire alla sua rinascita.

 

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