All’inizio non è stato facile per i medici capire quale poteva essere la malattia della piccola Hanin. A un anno circa aveva cominciato a camminare, come tutti i bambini, ma dopo qualche mese ogni volta che ci provava cadeva senza riuscire ad alzarsi.
La bambina vive a Deir-ez-Zor, una zona profondamente colpita dalla guerra siriana. I suoi genitori non riuscivano ad avere una diagnosi certa; era stato detto loro che forse si trattava di poliomielite, ma non era così.
La diagnosi è arrivata all’età di tre anni: sindrome di Guillain-Barré. Si tratta di una malattia rara in cui il sistema immunitario del corpo attacca i nervi periferici, ovvero quei nervi che connettono il sistema nervoso centrale con l’organismo. Alcuni sintomi sono simili a quelli della poliomielite, come la difficoltà nei movimenti, ma con la fisioterapia è possibile recuperare e ripristinare le funzioni motorie.
Hanin aveva dunque urgenza di sottoporsi a sedute di riabilitazione, ma è difficile farlo in un contesto gravemente danneggiato dalla guerra come la città di Deir-ez-Zor. Così Hanin, accompagnata dalla mamma, dalla sorella e dal fratello, è giunta a Homs – ospite di uno zio – dove si è sottoposta ad alcune sedute di fisioterapia grazie al sostegno del progetto Semi di Speranza. Ed è qui che ha incontrato il fisiatra Abdo.
Quando Abdo l’ha vista per la prima volta Hanin era nella fase più acuta della malattia, non camminava né poteva stare in piedi. Ci è voluta tutta la cura, l’attenzione e la pazienza del giovane dottore per convincere la bambina a collaborare nelle sedute di fisioterapia. All’inizio, infatti, Hanin si rifiutava di eseguire gli esercizi. L’aiuto della mamma è stato fondamentale. Dopo la terza seduta la bambina ha iniziato a interagire e a fidarsi di Abdo. A poco a poco ha riacquistato la capacità di camminare. Quando ha lasciato Homs per tornare a casa, a Deir-ez-Zor, aveva solo qualche piccola difficoltà nel coordinare i movimenti, ma la capacità motoria era tornata!