Emergenza a Goma: avviata la raccolta fondi
Data la situazione di estrema emergenza a Goma – nella Repubblica Democratica del Congo – l’AMU ha avviato una raccolta fondi straordinaria a sostegno della popolazione.
Situazione drammatica a Goma: le cause
In un giorno solo, lo scorso 27 gennaio, a Goma ci sono stati 3mila morti, tra questi cinquecento donne arse vive nella prigione centrale della città, dopo essere state stuprate dai soldati dell’M23.
L’M23 è un esercito vagante nella Regione Nord Kivu del Congo, vicino alle frontiere dell’Uganda e del Ruanda; esiste dal 2012 e nessuna forza nazionale e internazionale, inclusa l’ONU, massicciamente presente in quel posto da decenni, è mai riuscita a fermarlo nelle sue scorribande sanguinarie.
L’M23, in questi anni ha preso il controllo di tutte le zone interessanti sul piano minerario del Nord Kivu, con una sequenzialità ben prevista: invasione di un territorio, massacro indiscriminato, panico nella popolazione e sua emigrazione in massa a Goma (150mila abitanti nel 1990, oltre due milioni ora), svuotamento delle zone conquistate o sottomissione della popolazione.
Con l’arrivo di Donald Trump al potere, si è presentata l’occasione propizia per un ulteriore dominio: le dichiarazioni del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America di chiusura dei canali umanitari sostenuti dagli USA hanno risvegliato l’M23. Il giorno dell’insediamento del nuovo presidente, il 20 gennaio, l’esercito ha invaso gli altipiani del Masisi: lo stesso giorno sono arrivati a Goma 100mila sfollati.
Nel Masisi c’è la località di Rubaya, una unica immensa miniera a cielo aperto e di tunnel a 20-30 metri di profondità. Rubaya da sola possiede il 15% delle riserve mondiali di coltan e tantalio, minerali fondamentali per la miniaturizzazione dei circuiti elettrici degli smartphone e degli altri strumenti elettronici odierni.
Dopo il Masisi è stata la volta di Minova a sud ovest, e così il cerchio attorno a Goma si è chiuso.
Strage di innocenti a Goma
Il 27 gennaio 2025, l’esercito M23 – quasi 10mila militari – è entrato a Goma da ovest. Una bomba ha sventrato il reparto di neo-natalità dell’ospedale.
La popolazione si è trovata fra vari fuochi: M23, esercito ruandese, esercito congolese regolare (FARDC), esercito Wazalendo (ex May may, cioè ex bambini soldato), forze dell’ONU che collaboravano con i congolesi. Secondo le nostre fonti, gli scontri hanno causato 3mila morti.
La città è rimasta per giorni senza corrente elettrica, acqua, internet.
Oggi Goma è occupata solo per metà, cioè il Comune “Goma”, mentre l’altro comune di cui è formata, “Karisimbi”, è controllato dagli eserciti congolese (FARDC) e wazalengo; il Nord Kivu ha due governatori, uno nominato da Kinshasa ed uno da Kigali.
(Le informazioni e le valutazioni sulla situazione a Goma e in tutta la regione della RDC nord orientale sono tratte dal comunicato stampa diffuso l’8 febbraio dall’Associazione delle ONG Italiane (AOI) e dall’ONG Incontro fra i Popoli ETS che è presente da anni in quel territorio)
L’intervento dell’AMU
Già da anni l’AMU sostiene varie azioni a Goma e dintorni, e dal 2023 supporta un progetto di microcredito, ed alcuni aiuti per gli sfollati che si riversano nella città. Ora l’urgenza è quella di rispondere a questa nuova e più ampia emergenza.