Chi sono i trenta volontari che in Egitto hanno partecipato all’attività di formazione – Training of Trainers – promossa dall’AMU nell’ambito del progetto Io, ambasciatore di pace? Perché hanno deciso di prendere parte a questa iniziativa? Tra febbraio e marzo, questi trenta volontari hanno seguito una serie di lezioni per apprendere come insegnare a loro volta i valori fondamentali della pace, del dialogo, del rispetto degli altri. Sono state ore preziose di formazione, come raccontano alcuni di loro. Del resto il progetto Io, ambasciatore di pace mira proprio a far sì che la società egiziana si riappropri di quei principi che ne sono stati alla base per secoli, quando il pluralismo religioso, il rispetto per le donne, il sostegno verso le persone più vulnerabili erano valori condivisi.
Noura, una ragazza dagli occhi grandi e sorridenti, è stata selezionata per seguire questo percorso di educazione alla pace,
che ora racconta consapevole delle difficoltà che vive attualmente la comunità egiziana: “L’idea di insegnare questi valori è efficace soprattutto in questo momento, in Egitto, perché ci sono molti bambini cresciuti in un contesto in cui l’unico obiettivo è procurarsi cibo, e i loro genitori non hanno alcun interesse a tramandare dei valori di cui loro stessi non sanno nulla”.
Per Eman aver preso parte alla formazione di Training of Trainers è stato un momento importante anche per il proprio percorso di vita: “Ho imparato molto sul mondo, su me stessa e sugli altri. Mi piace l’idea di comunicare questi valori e aver scoperto che io posso trasmettere agli altri quello che ho appreso così da aiutarli ad acquisire competenze e strumenti”.
Ciascuno dei volontari che hanno seguito la formazione lo ha fatto partendo da stimoli personali sì, che poi si sono incontrati con le motivazioni altrui in un clima di collaborazione e di rispetto per gli altri. Anche Mushira, un’altra delle donne volontarie allieve del corso di educazione alla pace, era partita da un’esigenza personale: “I miei figli erano cresciuti e avevo energie e tempo inutilizzati”. Si è dunque dedicata a questa nuova esperienza che “è stata utilissima: mi ha fatto tornare a leggere di più e a riflettere su come posso aiutare i bambini egiziani”.