Covid19 – In Siria non possiamo permettercelo

Gli operatori del progetto di assistenza sanitaria a Homs, finanziato anche grazie a UBI – Unione Buddhista Italiana –  all’interno del programma “Emergenza Siria”, continuano a sostenere i malati cronici di cancro anche in questo periodo, fornendo loro le terapie e gli aiuti alimentari nei casi più difficili. Alcuni riescono a ritirare gli aiuti da […]

Gli operatori del progetto di assistenza sanitaria a Homs, finanziato anche grazie a UBI – Unione Buddhista Italiana –  all’interno del programma “Emergenza Siria”, continuano a sostenere i malati cronici di cancro anche in questo periodo, fornendo loro le terapie e gli aiuti alimentari nei casi più difficili.

Alcuni riescono a ritirare gli aiuti da soli, altri, per mancanza di mezzi per lo spostamento, attendono fiduciosi l’arrivo degli operatori.

La situazione difficile, dopo quasi 10 anni di guerra è diventata disperata. Con l’avvento del Coronavirus, accompagnare e sostenere le famiglie in Siria è diventato determinante per la sopravvivenza.
Warda, una delle protagoniste del progetto di assistenza di Homs, ha raccontato ai nostri operatori la sua storia e come sta vivendo questa pandemia da Coronavirus.

“Sono malata di cancro e dall’inizio della mia malattia avrei dovuto fare delle analisi ogni 3 mesi, ma non potevo permettermele. Mio marito lavorava poco, eravamo in una situazione economica difficilissima e avevo scelto di non prendere le medicine tutti i giorni per farle durare di più e non doverle comprare spesso.
Poi ho ricevuto l’aiuto di Samer e Dareen del progetto sanitario di Homs e grazie a loro ho potuto eseguire le analisi regolarmente e ricevere le medicine necessarie per il cancro e per altri problemi.
Ora, con l’emergenza Coronavirus, mio marito è di nuovo a casa, non lavora, è frustrato e molto spesso litighiamo anche senza motivo.
Viviamo ogni giorno con il terrore di ammalarci, di essere contagiati perché la nostra situazione peggiorerebbe in maniera che non osiamo immaginare.
Noi il Corona Virus non possiamo permettercelo, non potremmo affrontare le visite, le cure e tutto quello che comporterebbe.
L’incontro con voi e il vostro sostegno sono preziosi, senza non sapremmo come fare. Ricordo quando dovevo limitare l’uso delle medicine anche se erano necessarie. Ora spero che il virus non ci tocchi e che al più presto mio marito possa tornare almeno a lavorare un po’”.

Ogni giorno grazie all’impegno dei nostri operatori locali siamo accanto alle comunità in difficoltà rese ancora più vulnerabili dal Coronavirus.

Grazie ai vostri contributi l’Amu potrà rimanere accanto alle persone e alle comunità più vulnerabili nell’attuale momento di crisi e nel percorso di ripresa.

Per aiutare il popolo siriano a ricevere aiuti, medicinali e tutto il necessario per riuscire a sopravvivere al Covid19, firma e diffondi la petizione “Stop embargo in Siria”

Per sostenere l’AMU in Siria e nei suoi progetti in tutto il mondo, clicca qui

 

*Nella foto Warda in uno degli incontri con alcuni operatori

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