Covid 19 – In Siria servono beni di prima necessità

  Durante la pandemia da Coronavirus l’embargo imposto alla Siria sta impedendo alla popolazione stremata da quasi 10 anni di guerra di potersi riprendere. L’aumento dei prezzi di tutti i prodotti, dagli alimentari alle medicine, rende lo stipendio (per chi ancora ne ha uno) insufficiente per comprare i beni di prima necessità, provando e avvilendo […]

 

Durante la pandemia da Coronavirus l’embargo imposto alla Siria sta impedendo alla popolazione stremata da quasi 10 anni di guerra di potersi riprendere.

L’aumento dei prezzi di tutti i prodotti, dagli alimentari alle medicine, rende lo stipendio (per chi ancora ne ha uno) insufficiente per comprare i beni di prima necessità, provando e avvilendo la popolazione in tutta la Siria.

A causa del blocco e della sospensione delle importazioni di molti beni, i nostri operatori del programma “Emergenza Siria” ci spiegano quanto sia diventato difficile garantire i medicinali, in particolare quelli non nazionali, per i nostri programmi sanitari. Inoltre, per cambiare la terapia e sostituirla con farmaci più facili da reperire occorre consultare il medico, cosa che molte famiglie non possono permettersi per l’elevatissimo costo di una visita.

Nonostante tutto, gli operatori del programma “Emergenza Siria” continuano a portare avanti piccole iniziative. A Homs, ad esempio, oltre a distribuire medicinali per i malati di cancro con il progetto cofinanziato da UBI – Unione Buddhista Italiana, resi più vulnerabili dal Coronavirus, sono stati distribuiti piccoli sussidi per le spese correnti e cesti alimentari donati anche da chi conosce il programma e da alcuni dei suoi protagonisti.

Queste iniziative hanno alimentato un circolo di reciprocità che ha permesso a molti di offrire il loro contributo, in varie forme, anche se di piccola entità.

Un amico di un nostro operatore, coinvolto per portare con la propria macchina cesti e medicine ad alcune famiglie, ha rifiutato qualsiasi rimborso per la benzina. Una famiglia pur essendo in gravi difficoltà, al momento di ricevere il cesto con gli alimenti, ha chiesto di destinarlo a qualcuno che fosse più bisognoso perché lei ne aveva già ricevuto uno pochi giorni prima.

L’emergenza Coronavirus non ferma la spinta a generare esperienze di condivisione e reciprocità tra persone che pur non avendo molto possono ancora dare.

Ogni gesto fa la differenza e grazie ai vostri contributi l’AMU potrà rimanere accanto alle comunità in questo momento di crisi e nel percorso di ripresa che speriamo cominci presto.

Per sostenere il programma “Emergenza Siria” anche in questo periodo di Covid19 clicca qui
Per rimuovere l’embargo imposto alla Siria e permettere alla popolazione di ricevere medicine e beni di prima necessità per resistere al Coronavirus abbiamo lanciato una petizione. Clicca qui per firmarla e diffonderla.

Con la tua donazione potrai aiutarci a portare avanti i nostri progetti e programmi di sviluppo

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