Cosa rimane di questa avventura

La struttura di Christine e Michael Heinz è una grande casa vacanze nata dopo la caduta del muro di Berlino come luogo di incontro per i giovani dall'Europa orientale e occidentale. Qui è stato organizzato il campo estivo per 30 bambini ucraini. Christine racconta com'è andata

Il campo estivo è terminato da pochi giorni, ma corridoi, stanze e giardino della grande casa di Christine e Michael riecheggiano ancora della presenza gioiosa dei piccoli ucraini. La vacanza austriaca di questi ragazzi è stata il frutto della generosità di quanti hanno aderito alla raccolta fondi lanciata da AMU e AFN per il Coordinamento Emergenze del Movimento dei Focolari.

Bambini ucraini: il campo estivo in AustriaSono bambini che vivono in una condizione di grande vulnerabilità da quando la guerra ha stravolto le loro esistenze, ma qui hanno trovato il tempo della pace e del riposo, soprattutto psicologico. “Siamo stati testimoni di una gioia e di una disciplina – racconta Christine – ottenute dai loro maestri con l’amore e con l’esempio.  Dopo i pasti, i bambini aspettavano il permesso per alzarsi dal tavolo, poi mettevano in ordine le sedie. Anche quando attraversavano una strada si riunivano spontaneamente in gruppi di cinque con i loro insegnanti e seguivano le loro istruzioni. Le loro risate erano come musica per le nostre orecchie”.

Il campo scuola è stato impegnativo per tutti, ma dietro c’era una scelta precisa. Spiega Christine che “l’intento era quello di offrire ai ragazzi tutte le attività necessarie perché potessero dimenticare la guerra per queste due settimane, dormire bene, rilassarsi e soprattutto riconquistare un briciolo di infanzia serena.

Si sono dimostrati sempre attenti, curiosi, aperti alle novità. Alla fine gli abbiamo detto che sono loro i veri ambasciatori di pace della loro amata Ucraina”. Bambini ucraini: il campo estivo in Austria

L’ultimo giorno hanno mostrato la loro gratitudine a Christine  e Michael cucinando il wareneki, un piatto tipico ucraino composto da piccoli gnocchi ripieni di cavolo e purè di patate. Per l’occasione molti indossavano le camicette tipiche del loro Paese e le ragazze avevano intrecciato i capelli come d’uso nella tradizione. Chi non cucinava realizzava bambole di pezza, anche queste tipiche della cultura ucraina: “Sentivamo che volevano restituire tutto l’amore che avevano ricevuto”. 

Anche per Christine e Michael è stata un’esperienza che li ha segnati: “Continuiamo a ricevere messaggi dagli insegnanti che sono stati nostri ospiti, ci dicono che i bambini ancora raccontano ai loro genitori le tante cose belle vissute in questa straordinaria avventura”.  

Cosa rimane di tutto questo? Risponde convinta Christine: “L’amore”. 

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