Accompagnare le comunità per superare le condizioni svantaggiate in cui si trovano, renderle protagoniste del proprio sviluppo: questo è il “faro” che illumina il cammino di tutti i progetti AMU. In Burundi, con il progetto Si può fare (in collaborazione con il partner locale CASOBU) scopriamo ogni giorno storie di donne coraggiose, che prendono in mano la loro vita con la volontà precisa di migliorarla.
Come le donne che fanno parte del gruppo di microcredito Terimberemukenyezi, uno dei gruppi di risparmio e credito della collina di Nyarunazi, costituito da ben 46 donne. L’idea di condividere questa esperienza è venuta loro nel 2021, basandosi su una verità semplicissima: stare insieme è più fruttuoso che stare da soli. Il significato del nome scelto è emblematico: Terimbere Mukenyezi, ovvero “donna, vai avanti”.
Emelyne Nizigama è la presidente del gruppo: “Far parte di un gruppo di risparmio e credito è una forza per noi. Abbiamo costantemente bisogno l’una delle altre; da sola non sarei stata in grado di farcela”.
Un gruppo di microcredito significa tante cose per queste donne: miglioramento della vita quotidiana, certo, ma anche valorizzazione di se stesse, spinta ad andare avanti, consolidamento delle relazioni sociali.
Un aspetto fondamentale del lavoro del gruppo è la gestione della cassa sociale e la redazione del registro delle operazioni. Accompagnate da AMU e CASOBU le donne hanno imparato a coordinare e seguire le attività di Terimberemukenyezi.
Elisabeth Bayaga è membro del gruppo da tre anni: “Il microcredito è un sostegno per la mia attività agricola, vendo i prodotti della terra e con il ricavato ripago i prestiti. Ho accesso al credito perché ho accettato di mettere in comune i miei risparmi. In questo modo non devo chiedere prestiti ad altri che potrebbero sempre rifiutarli, come è già successo”.
Anche la pianificazione del lavoro è un obiettivo raggiunto dalle donne che partecipano al gruppo. Marceline Nahingejeje racconta: “Ero a corto di fertilizzante per i campi, proprio quando mi serviva.
Non possedevo nemmeno il bestiame per procurarmi il letame. Vedevo invece che gli altri erano organizzati. Mi sentivo indietro e frustrata. Sono stata tra le prime a chiedere il credito e questa è stata la mia salvezza, perché con quel prestito ho acquistato il fertilizzante.
All’inizio solo un paio di chili, ma poi piano piano sono riuscita a potermi permettere quantità maggiori. Così, se la stagione è buona mi posso procurare da mangiare per tutto l’anno”.
I vantaggi non sono solo quelli legati al sostentamento quotidiano. Aggiunge Marceline: “Non devo più fare affidamento solo su mio marito, mi prendo cura io di me stessa”.