Giriamo tra le colline del Burundi, ci sediamo con gli anziani, le donne, i padri di famiglia e i bambini, ascoltiamo la loro vita, la loro conoscenza, l’esperienza e le difficoltà; cerchiamo di capire insieme quali sono i problemi più importanti che affrontano e quali capacità e opportunità hanno da mettere in gioco; cerchiamo chi e come abbia già provato ad affrontarli, quali risultati ha avuto; valutiamo insieme le possibilità di successo di questa o quell’altra soluzione tecnica; sentiamo voci diverse, cambiamo idea, rivalutiamo idee e intuizioni che mettano la gente in grado di farcela con le proprie forze e con il proprio sforzo.
E poi, dietro a una curva, in mezzo alla foresta, ci troviamo di fronte un camion di un’organizzazione internazionale che distribuisce gratuitamente cibo a migliaia di persone che sgomitano, consegnando loro, insieme al cibo, la dipendenza.
Diceva bene Maria Montessori: “Non voglio essere servito, perché non sono un impotente. Ma dobbiamo aiutarci gli uni gli altri, perché siamo esseri socievoli. Ecco ciò che bisogna conquistare prima di essere veramente liberi”.